PIEMONTE-01-05-2020-- Da oggi l’applicazione "Immuni"
è prevista da un atto avente forza di legge.
Quali le caratteristiche essenziali?
Lo scopo dell’art. 6 del Decreto-Legge 28, in vigore da oggi, è quello di allertare le persone che hanno avuto contatti con positivi al Covid-19.
Come avviene la gestione dei dati?
E’ prevista una piattaforma unica nazionale e il gestore dei dati sarà il Ministero della salute, che garantirà anche la tutela della riservatezza.
Sarà necessario scaricare e installare un’applicazione specifica?
Già il 16 aprile, con ordinanza n. 10, il commissario straordinario per l’emergenza aveva affidato alla società Bending Spoons spa lo sviluppo gratuito dell’applicazione Immuni.
Quali sono le caratteristiche dell’applicazione?
Innanzitutto, gli utenti riceveranno informazioni chiare e trasparenti sullo scopo dell’uso dell’applicazione e sul trattamento dei dati personali; inoltre verrà comunicato con quale modalità verrà effettuata la cosiddetta ‘pseudonimizzazione’, cioè la procedura che assegna un codice anonimo alla persona che usa l’applicazione, senza possibilità di risalire alla sua identità.
Ma, in pratica, a cosa servirà l’applicazione?
Lo scopo è quello di avvisare gli utenti che sono entrati in contatto con persone poi risultate positive e quindi intervenire subito a livello sanitario. E’ comunque esclusa espressamente la geolocalizzazione degli utenti.
Ma se non si può risalire all’identità della persona, in caso di contagio, come si potrà intervenire?
Il decreto non lo prevede, ma il buon senso indica che l’autorità sanitaria rintracci la persona, e quindi la identifichi, per intervenire a livello sanitario e procedere all’isolamento o alla domiciliazione obbligatoria, sempre che non sia necessario il ricovero.
E’ obbligatorio scaricare e installare l’applicazione IMMUNI?
Non c’è alcun obbligo. Si installa su decisione volontaria di ciascun utente.
I dati per quanto tempo verranno conservati?
I dati raccolti saranno a disposizione del Ministero della salute fino alla fine dell’emergenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2020. Ma ricordiamoci che qualunque altro decreto-legge successivo o la stessa legge di conversione, può prorogare tale data in qualsiasi momento e allungarla nel tempo. Quando non serviranno più, i dati dovranno essere cancellati.