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salvadori luciano coldiretti

 

 

BIELLA 26-9-2025 Ventimila agricoltori della Coldiretti sono scesi in piazza da Nord a Sud per dire basta ai trafficanti di grano che schiacciano il prodotto nazionale sotto i costi di produzione, costringendo le imprese agricole a lavorare in perdita e spingendo sempre più sulle importazioni estere. Un grido partito da Bari, cuore del “Granaio d’Italia”, e da Palermo, con manifestazioni simultanee anche a Cagliari, Rovigo e Firenze, tra cartelli, cori e sacchi vuoti con il tricolore per denunciare un sistema che distrugge il reddito agricolo.
La protesta arriva mentre il prezzo del grano duro è crollato a 28 euro al quintale, con un calo del 30% in un anno, tornando ai livelli pre-guerra in Ucraina, mentre i costi di produzione sono aumentati del 20% dal 2021. Un chilo di pasta oggi viaggia sui 2 euro, ma agli agricoltori vengono riconosciuti appena 28 centesimi al chilo di grano.

LE dichiarazioni

“Serve dare dignità agli agricoltori, rispettando la legge sulle pratiche sleali che vieta la vendita sotto i costi di produzione – ha dichiarato il presidente Ettore Prandini – e rivedere completamente il sistema delle borse merci locali che vanno superate con una CUN (commissione unica nazionale) per la formazione del prezzo. Non possiamo svendere il grano sotto i costi, vogliamo più controlli contro gli speculatori. E agli agricoltori diamo un’indicazione chiara: i contratti di filiera sono lo strumento di difesa del reddito”. Proprio per questo in Piemonte è stato istituito nell’estate del 2020, è partito, con il Consorzio Agrario del Nord Ovest, il progetto di filiera Gran Piemonte: “I contratti di filiera saranno il futuro – commenta Livio Rigazio, vicepresidente di Coldiretti Vercelli-Biella - Negli anni, il progetto si è rivelato una valida opportunità per le aziende cerealicole che hanno potuto migliorare la loro prospettiva di reddito, grazie alle importanti premialità previste dai contratti rispetto alle quotazioni di borsa, ed anche una garanzia di sicurezza e tracciabilità a fronte delle importazioni di grano tenero dall’estero che non rispetta i nostri standard qualitativi. La speranza è che questi progetti vengano estesi anche ad altri cereali”.

“Lottiamo contro i trafficanti di grano che vogliono uccidere la distintività e l’origine. L’Italia non produce tutto il grano che le serve perché viene pagato agli agricoltori cifre offensive, che nessuna impresa potrebbe sostenere – denunciano il Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Roberto Guerrini e il Direttore Luciano Salvadori - Ma questa non è solo una battaglia per il prezzo: è una battaglia per la salute e per la sovranità alimentare. Non possiamo accettare che il grano italiano venga sottopagato e poi si faccia mangiare la pasta col grano canadese al glifosato. E dobbiamo investire su invasi e stoccaggi, per creare delle riserve strategiche. Tutelare gli agricoltori vuol dire tutelare i cittadini”.

 

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