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BOGNANCO- 21-09-2025-- Per tenere di giovedì il passo dei giovani, o almeno provarci, il vecchio deve farsi qualche camminata supplementare, compatibilmente con l’attività di nonno. Dall’ombra e dalla solitudine di Bognanco Fonti al sole dell’Alpe Gomba si può salire su bellissimi sentieri, in mezzo alla gente, tornando a casa per l’ora di pranzo.

GITA N. 193 O 24 – Gomba

SETTEMBRE 2025

Dislivello: 600 m. Tempo totale: 2 h 20’.

Una mezza giornata libera mi consente un’uscita in solitudine. Camminare da soli, con la libertà di fermarsi quando e dove si vuole per guardarsi intorno e scattare una foto, senza il rischio di dover inseguire giovani atleti scatenati, non è poi così male. Questo va bene solo su sentieri facili e frequentati, in particolare a una certa età.

E poi attraversare a piedi un paese o una piccola frazione, dove solitamente si transita in auto, con calma, consente di notare bellezze sconosciute e dettagli affascinanti, ma anche tristi ricordi di un passato felice che ormai, purtroppo, è davvero solo un ricordo. Mi riferisco a Bognanco Fonti, 635, dove parcheggio in orario comodissimo in una giornata così così, anche afosa. Qui una volta c’erano grandi alberghi, tanta gente, eleganza, terme conosciute, ottime acque minerali, persino una inutile funivia  e così via.

Adesso? C’è forse un solo albergo aperto, non ci sono più un bar o un negozio, c’è qualche edificio in rovina, c’è un’aria d’abbandono che rattrista. Con questi pensieri seguo la piccola strada, che diventa più in alto scalinata, passando dalla bella chiesa e tornando sulla provinciale all’altezza dell’ex hotel Croce Bianca. Scendo per qualche decina di metri ed imbocco il Sentiero del Paese Cantato. Inizialmente, in sintonia con Bognanco Fonti, ci sono un po’ di rovi, ma il sentiero è bello ed evidente, subito pulito.

E’ tutto un susseguirsi di piccole opere d’arte che rendono magica l’atmosfera e preparano l’ingresso alla frazione di Boco, 890, dove l’incanto si mantiene. Mezz’ora di cammino effettivo fin qui. Sono entrato nella parte alta e bella della Val Bognanco, che fa dimenticare rapidamente quello che ho incontrato nel fondovalle. Lungo il Sentiero dei Santi attraverso la frazione più alta di Bacinasco, da cui si gode di un bellissimo panorama sull’Ossola.

Proseguo sulla mulattiera per San Lorenzo, capoluogo del Comune, e alla prima casa ricevo la solita ringhiante accoglienza di un cane sempre arrabbiato, fortunatamente nel suo recinto, che non è un bel biglietto da visita per il paese. Proseguo per Graniga, 1090, sempre lungo la mulattiera che taglia i tornanti della strada (poco più di mezz’ora da Boco). In mezzo alla frazione parte il sentiero più ripido e diretto che, passando dall’Alpe Ronchetti, 1212, mi porta in un quarto d’ora all’Alpe Gomba, 1248. Per oggi basta salita, sono di servizio.

Scelgo per la discesa il sentiero più comodo che, dall’Alpe Ronchetti, scende dolcemente verso oriente incrociando la strada qualche centinaio di metri sopra Graniga, dove scambio due chiacchiere con un amico di Bognanco sullo stato attuale del suo paese. Scendo a San Lorenzo e imbocco la vecchia mulattiera che, tagliando la provinciale, passa di fianco al piccolo cimitero e poi da Camisanca e da Possetto. Dopo poco più di un’ora dall’Alpe Gomba sono a Bognanco Fonti e ritorno a valle pensando ad un paese fantasma in una valle bellissima.

Gianpaolo Fabbri

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AdmirorGallery 5.2.0, author/s Vasiljevski & Kekeljevic.

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