PREMIA- 07-07-2024-- Gli alpeggi di Vova erano stati oggetto della prima gita da me raccontata, nel 2013. Torniamo in quei luoghi, dopo più di un anno, in condizioni diverse e lungo un altro percorso, allungando un po' l'escursione per meritarci il pranzo nella baita di un amico.
GITA N. 38
ALPE VOVA – ALPE TANZONIA
NOVEMBRE 2014
Dislivello totale: 1150 m (1050 m da Chioso). Tempo totale: 4 h 55 ' (4 h 10' da Chioso)
Sviluppo totale: 13,54 km
Oggi non servono le ciaspole. La neve è sopra i 1700 metri e non abbiamo intenzione di spingerci oltre. Siamo in dieci e c'è anche Willy, con la sua trazione integrale. Qualche nuvola, ma più tardi ne uscirà una splendida giornata. Si posteggia a Passo, 787, dove l'imbecillità umana, nel secolo scorso, diede grande prova di sé, distruggendo i due famosi “sassi” che costituivano un patrimonio storico-geologico di valore inestimabile.
Di qui la proporzione, quasi matematica: l'Inghilterra sta all'Italia come Stonehenge sta ai “Sass dul Pass”. Insieme ad un maturo maestro di sci del posto, io proseguo in auto per circa due chilometri fino a Chioso, 900, e salgo direttamente, lungo strada e mulattiera, agli alpeggi di Vova, 1492, e, di qui, al Motto, 1600, dove si trova la baita – ristorante (strettamente privato!) del nostro ospite, oggi assente (quasi un'ora e tre quarti da Chioso). Gli altri otto da Passo raggiungono Salecchio Inferiore, 1312, lungo strada e sentiero in poco più di un'ora. Qui si respirano secoli di storia ed è sempre emozionante, ma se ne sono già occupati in molti, prima e meglio di me.
A 1470 c'è la Cappella di Zucchetto, poi Salecchio Superiore, 1525. Un breve, meritato riposo e gli otto anziani ripartono per Case Francoli, 1555, e Motto (un'ora e un quarto), dove il maestro e io abbiamo già preparato la baita per l'assalto gastronomico di mezzogiorno, prima di scender loro incontro. Sono soltanto le 10.30 e, fermandoci già qui, rischieremmo un aperitivo troppo prolungato.
Nasce, quindi, l'eroica decisione di salire ancora, lasciando di guardia tre amanti del calore della baita e del rischioso aperitivo. Alle spalle delle baite di Motto, in direzione ovest, sale un ripido sentiero e, dopo pochi minuti, a quota 1750, troviamo la neve. Le ciaspole sono rimaste a valle e quasi subito ci troviamo a batter pista in sessanta centimetri di bianco mantello. Due “tifosi” dell'estate rinunciano, mentre in cinque coraggiosi, faticando più del previsto, raggiungiamo l'Alpe Tanzonia, 1912, in tre quarti d'ora da Motto.
Due foto e rapida discesa alla baita, nel timore che gli altri esauriscano le scorte di cibo durante il lungo aperitivo. Per fortuna ci hanno avanzato qualcosa e ci godiamo due ore di perfetto relax, durante le quali avvengono cose mai successe prima, come la collaborazione alle attività di sistemazione della cucina da parte di chi, nel gruppo, ha incarichi ben più nobili.
La discesa a Chioso, passando dagli alpeggi di Vova e lungo strada e sentiero in condizioni estive, dura soltanto poco più di un'ora e un quarto, nonostante il precario equilibrio dovuto a stanchezza per eccesso di attività mandibolare. Si recuperano le auto a Passo e si rientra a valle, rivolgendo un pensiero riconoscente all'amico che ci ha messo a disposizione la baita senza poter essere del gruppo.
Gianpaolo Fabbri