TORINO - 16-03-2024 --Migliora la qualità dell'aria, ma bisogna proseguire nelle azione. E' quanto emerso dal "Rapporto Qualità dell'aria in Italia 2023" presentato presso la sede Arpa di Torino dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente Snpa – costituito dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dalle Agenzie ambientali di Regioni e Province autonome.
In dettaglio, in Piemonte le concentrazioni registrate nel corso del 2023 dalle stazioni della rete di monitoraggio regionale della qualità dell’aria sono state in media le più basse di tutta la serie storica di misura, sia per il particolato PM10 e PM2.5, sia per il biossido di azoto e tra le più basse per l’ozono. Il quadro meteorologico osservato nel 2023 ha contribuito a tale riduzione delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici: in particolare i frequenti episodi di fohen (92 giorni, il numero più alto dall’anno 2000) e la ventilazione superiore alla media, il ridotto numero dei giorni con marcata inversione termica hanno creato condizioni sfavorevoli all’accumulo degli inquinanti in atmosfera, nonostante nel 2023 si sia avuta un’anomalia pluviometrica nel complesso negativa.
Infatti, in riferimento ai limiti previsti dal D.Lgs. 155/2010, si può evidenziare che per il PM10 e per il PM2.5 il valore limite per la media annua è stato rispettato in tutte le stazioni, e le criticità determinate dalla situazione orografica del Piemonte hanno inciso in misura minore rispetto agli anni precedenti. Per quanto riguarda l’indicatore sul breve periodo del particolato PM10, i superamenti del valore limite per la concentrazione media giornaliera si sono verificati in stazioni urbane, prevalentemente di traffico, nella Città Metropolitana di Torino e nelle stazioni urbane di traffico di Alessandria ed Asti.
A Novara tutte le stazioni, compresa quella di traffico urbano di Novara – Roma, che nel 2022 aveva avuto 43 superamenti, hanno più che dimezzato il numero annuale di superamenti. Le stazioni della zona di collina riportano tutte risultati ben al di sotto del limite normativo di 35 superamenti per anno solare.
Per quanto riguarda il biossido d’azoto il valore è stato rispettato sempre con la sola eccezione della stazione di traffico urbana di Torino – Rebaudengo, mentre non vi sono criticità su tutto il territorio regionale per il rispetto del valore limite su base oraria.
Per l’ozono, tipico inquinante secondario la cui presenza deriva dalla trasformazione di altri composti – di origine antropica o naturale – presenti in atmosfera, sotto l’azione della radiazione solare, permane il superamento del valore obiettivo, ma si registra una riduzione delle concentrazioni misurate in tutte le stazioni di monitoraggio rispetto al 2022.
Matteo Marnati Assessore regionale all'Ambiente: "La qualità dell'aria nella nostra regione è significatamente migliorata rispetto al passato, anche recente. E' consolidata infatti la tendenza di riduzione registrata negli anni. I dati del 2023 hanno certificato il rispetto dei limiti di legge in tutti i capoluoghi di provincia tranne 2 stazioni a Torino, un risultato mai accaduto nella storia. Alla luce di questi incoraggianti risultati siamo sempre più determinati a proseguire con ulteriori e sempre più importanti investimenti, peraltro già stanziati all’interno dei fondi a disposizione che ammontano ad oltre 500 milioni di euro. Il nuovo Piano della qualità dell’aria, che vedrà misure innovative che si basano sul trasferimento tecnologico, al quale stiamo lavorando, vede il coinvolgimento di tanti esperti per trovare le migliori soluzioni con il prezioso supporto scientifico di Arpa".
Secondo Barbero Direttore Generale di Arpa Piemonte: “L’applicazione diffusa delle migliori tecniche disponibili ed i relativi controlli, associate a condizioni meteorologiche meno sfavorevoli, consentono di registrare il rispetto dei limiti per il PM10 e degli ossidi di azoto sulla maggior parte del territorio piemontese, pur rimanendo criticità nelle aree urbane maggiormente condizionate dalla situazione geo-orografica del territorio. È importante proseguire sulla strada delle misure per la riduzione degli inquinanti anche alla luce delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che tengono conto non solo delle concentrazioni di polveri sottili, ma anche dalla loro composizione chimica. Per questo motivo le più recenti ricerche si stanno orientando ad identificare quali fonti e/o caratteristiche fisico-chimiche del particolato aerodisperso contribuiscano maggiormente alla tossicità e la stessa proposta di nuova Direttiva sulla qualità dell’aria, in discussione al Parlamento europeo, introduce la necessità di integrare la misura degli attuali parametri con informazioni aggiuntive quali la speciazione chimica, la frazione ultrafine, il potere ossidativo ecc. Il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale, nel prossimo futuro, sarà chiamato a rafforzare le proprie capacità analitiche di laboratorio e di modellazione dei processi fisici per migliorare la conoscenza della natura degli inquinanti e per contribuire alle attività di ricerca volte a comprendere meglio la tossicità di differenti tipologie di particolato atmosferico”.