ROMA- 04-02-2024-- Il 3 febbraio 2024 il Dicastero per la Dottrina della Fede ha diramato la nota ‘Gestis veribisque’ (‘a proposito di gesti e di parole’) che è stata approvata dall’Assemblea Plenaria il 26 gennaio e approvata anche da Papa Francesco il 31 gennaio (potete trovarla qui: https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2024/02/03/0115/00224.html)
La questione è molto semplice, nella sua gravità: nell’impartire i sacramenti cattolici (battesimo, cresima, eucaristia, confessione, unzione degli infermi, ordine sacerdotale e matrimonio) spesso si sbagliano le forme, i gesti e le parole previste dall’ordinamento cattolico e di conseguenza, il sacramento è nullo.
Non sono mancati casi nei quali i sacerdoti, nell’impartire i sacramenti, hanno dato libero sfogo alla loro creatività, non rendendosi conto che in questo modo non hanno impartito alcun sacramento.
Spesso si sono dovute anche rintracciare le persone coinvolte nel rito sbagliato, richiamarle e ripetere la cerimonia: si può immaginare il turbamento di questi fedeli.
Nella Nota si legge ‘Ad esempio, invece di usare la formula stabilita per il Battesimo, si sono utilizzate formule come quelle che seguono: «Io ti battezzo nel nome del Creatore…» e «A nome del papà e della mamma… noi ti battezziamo». In una tale grave situazione si sono ritrovati anche dei sacerdoti. Questi ultimi, essendo stati battezzati con formule di questo tipo, hanno scoperto dolorosamente l’invalidità della loro ordinazione e dei sacramenti sino a quel momento celebrati’. E ancora: ‘Per tutti i Sacramenti, in ogni caso, l’osservanza della materia e della forma è sempre stata richiesta per la validità della celebrazione, con la consapevolezza che modifiche arbitrarie all’una e/o all’altra – la cui gravità e forza invalidante vanno appurate di volta in volta – mettono a repentaglio l’effettiva elargizione della grazia sacramentale, con evidente danno dei fedeli. Sia la materia sia la forma, compendiate dal Codice di Diritto Canonico, sono stabilite nei libri liturgici promulgati dalla competente autorità, i quali devono pertanto essere osservati fedelmente, senza «aggiungere, togliere o mutare alcunché»’.
Insomma, una bella ‘tirata di orecchie’ a tutti quei celebranti che, nell’impartire i sacramenti, invece di seguire il rito previsto dalla Chiesa cattolica, improvvisano e/o usano gesti e parole non previste, rendendo assolutamente nulla la celebrazione e così costringendo a richiamare successivamente i fedeli per ripeterla.
Il problema più serio riguarda i sacerdoti che a loro volta sono stati battezzati col rito sbagliato: era nullo il battesimo e quindi diventa nulla anche la loro ordinazione sacerdotale. Ma se è nulla la loro ordinazione, sono nulli anche tutti i sacramenti che hanno impartito da sacerdoti (battesimi e matrimoni, soprattutto). Tutto da rifare? Su questo la Nota non si pronuncia, ma si può immaginare il caos che ne potrebbe derivare.
La Nota del Dicastero fa riferimento anche a gravi sanzioni disciplinari da irrogare a tutti i celebranti che non seguono le regole, proprio per la nullità dei riti che celebrano.
Insomma, il problema è molto serio e di una certa gravità.
Fiat voluntas Dei…