Il Consiglio dei Ministri con il decreto legge adottato l'altro giorno sull'accorpamento tra elezioni amministrative ed elezioni europee ha dato anche il via libera alla soppressione dei limiti di mandati consecutivo per i sindaci nei comuni sotto i 5.000 abitanti ed ha previsto la possibilità di effettuare un terzo mandato per i sindaci dei comuni fino a 15.000 abitanti. Si tratta di una norma ispirata al senso pratico, posto che nei piccoli comuni, spesso, fare il sindaco equivale a svolgere una vera e propria missione (è una forma di volontariato). Dire che un sindaco che ormai è diventato il punto di riferimento della sua piccola comunità deve smettere di servire i suoi cittadini significa creare molti problemi, non ultimo quello di trovare candidati disposti a sostituirlo. Noi siamo il paese dei piccoli comuni; il Piemonte, soprattutto, vanta ben 1.046 piccoli comuni. I piccoli comuni meritano attenzione perché sulla carta hanno le competenze dei grandi comuni, ma nella realtà hanno strutture ridotte all'osso e/o inesistenti. La verità è che più diminuisce il numero degli abitanti e più, proporzionalmente, è impegnativo fare l'amministratore. L'approvazione di questa norma è un segnale importante di attenzione. La via da seguire è quella di valorizzare la specificità di territori. I piccoli comuni non vanno soppressi, ma aiutati, sburocratizzando e favorendo le unioni per la gestione integrata dei servizi.
Buona domenica buona settimana.
Roberto Cota