VARALLO 22-11-2023 Chi ama la montagna, i territori, le comunità, chi vuole vivere e abitare la montagna, prima di tutto la rispetta, la apprezza, la ama appunto. Tutta la montagna. Non fa distinzioni, non giudica, non racconta quello che non crede, non scrive e non descrive quello che non vorrebbe vedere o sentrire. Servono coerenza e serietà nei ragionamenti. Chi ama la montagna, tutta, sta in silenzio di fronte alle incertezze, alle difficoltà, alle solitudini. Ci sono, fanno parte della vita e della vitalità dei territori. Chi ama la montagna entra in punta di piedi, sceglie il dialogo, la relazione. Sceglie di scoprirla a poco a poco, con rispetto e voglia di approfondire, partire dalla gente, dai mestieri, dalle storie, dalla semplicità. Solo una persona poco intelligente potrebbe schernire, deridere, attaccare un territorio, chi lo vive, chi lo genera, chi fa impresa, la sua storia, la cultura e le comunità. Quanto è successo stamani su Radio Deejay in diretta nazionale e quanto scritto in un libro, 'noir', ci viene detto, con autore lo scrittore Paolo Cognetti ha dell'incredibile. Con una leggerezza a tratti drammatica e inspiegabile, Cognetti parla della Valsesia. Lungi da noi dal fargli pubblicità. Non ha bisogno. Vuole narrare la montagna, lo ha fatto e lo farà. Ci mancherebbe. Ha sempre una parola per tutto e per tutti. Seguito e osannato. Ma oggi deve chiedere scusa. Alla montagna italiana, non solo alla Valsesia. Che ha descritto - un'eufemismo a ben dire - come 'valle dove piove sempre, pisciatoio d'italia, valle sporca, rovinata, industrializzata, quasi una periferia urbana... ci sono i bowling, i cementifici, le cave'. Luoghi da 'cani morti'. Parole incredibili, manco commentabili. Lasciano senza parole noi, i Sindaci, le comunità. Peraltro in un dialogo, e che dialogo, con i conduttori Linus e Nicola Savino che ridono, sorridono alle parole di Cognetti. Bene ha fatto il Presidente dell'Unione montana Valsesia, Francesco Pietrasanta, a definire le parole di Cognetti e l'atteggiamento del duo radiofonico come 'delirante'. Irrispettoso. Totalmente inadeguato. Non radiofonico, non accettabile. La montagna è offesa e attaccata da questo delirio. Non certo una narrazione, non certo un'immagine letteraria, scenario del contesto del romanzo. Una bassezza e un grave errore che non passa e rimane. Di chi di certo non ama la montagna, i territori, le comunità. Cognetti chieda scusa alla montagna".
Lo affermano Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, e Marco Bussone, Presidente nazionale dell'Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani.