VERCELLI 04-09-2023 Oltre tremila lavoratrici e lavoratori si sono radunati oggi, lunedì 4 settembre, a Vercelli in piazza Roma, davanti alla stazione ferroviaria, per partecipare al corteo organizzato da Cgil, Cisl e Uil in seguito alla tragica morte dei cinque operai travolti da un treno nei pressi della stazione di Brandizzo alle porte di Torino. Oltre alla manifestazione di Vercelli i sindacati confederali hanno indetto una giornata di
sciopero di 8 ore in tutto il Piemonte, coinvolgendo i settori edili e dei trasporti. Il corteo di Vercelli ha attraversato le vie cittadine fino a raggiungere la Prefettura
Alla manifestazione presenti anche i parenti delle vittime, che tengono le fotografie dei loro cari nelle mani, simbolo del dolore e della solidarietà di fronte a questa terribile tragedia. “Non abbiamo più parole" questo lo slogan di apertura del corteo di CGIL-CISL-UIL per commemorare le vittime dell'incidente di Brandizzo ma anche tutte le persone decedute sul luogo di lavoro. Al corteo hanno partecipato migliaia di operaie e operai, tecnici e anche molte studentesse e studenti provenienti da tutto il Piemonte, nonché da Liguria, Emilia Romagna e Lombardia, uniti nel dolore e nella determinazione a porre fine a queste tragedie sul luogo di lavoro. Gli striscioni chiedevano a gran voce cospicui investimenti sulla sicurezza e formazione, ma
pure per il potenziamento del personale dedicato ai controlli all'interno delle aziende, garantendo una formazione continua e intensificando gli sforzi nella prevenzione degli incidenti sul lavoro. Basta appalti e subappalti al ribasso, il lavoro deve essere sicuro e ben retribuito. Presenti i partiti politici della sinistra anticapitalista e di classe con delegazioni del Partito della Rifondazione Comunista (PRC), Unione Popolare, Partito Comunista Italiano (PCI), Sinistra Anticapitalista – con la presenza di Franco Turigliatto – e il Partito marxista-leninista italiano (PMLI).
Nei cartelli indossati dalle compagne e compagni si poteva leggere “Meno profitti più sicurezza, basta con appalti e subappalti”, “Di lavoro si muore perché di sfruttamento e precarietà si vive” e “Non sono incidenti sono omicidi”. Al termine del corteo sotto la prefettura di Vercelli un ragazzo di 12 anni, appassionato di politica e storia, ha voluto farsi fotografare dietro alla bandiera del PMLI tenendo il pugno alzato in segno di lotta contro un sistema economico cinico ed indifferente che non rispetta la vita e la dignità dei lavoratori.