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29-05-2023 -- Fino a 24 anni fa la sfida a duello era punita dal sistema penale.
Lo prevedeva l’art. 394 del codice penale che disponeva testualmente: ‘Chiunque sfida altri a duello, anche se la sfida non è accettata, è punito, se il duello non avviene, con la multa da lire duecento a duemila. La stessa pena si applica a chi accetta la sfida, sempre che il duello non avvenga’. L’art. 395 proseguiva prevedendo che ‘I portatori della sfida sono puniti con la multa da lire duecento a duemila; ma la pena e' diminuita se il duello non avviene’ e chiudeva l’art. 396 prevedendo che ‘ Chiunque fa uso delle armi in duello è punito, anche se non cagiona all'avversario una lesione personale, con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da lire cinquecento a diecimila. Il duellante e' punito: con la reclusione fino a due anni, se dal fatto deriva all'avversario una lesione personale, grave o gravissima; con la reclusione da uno a cinque anni, se dal fatto deriva la morte’. Questi articoli sono stati abrogati ‘solo’ 24 anni fa dall’art. 18 della legge 205 del 1999 a decorrere dal 13 luglio di quell’anno.
La sfida a duello aveva delle regole precise e normalmente veniva effettuata all’alba in un luogo segreto e alla presenza dei due padrini e di un medico. Le armi usate, a seconda della gravità dell’offesa, erano la spada, la sciabola o la pistola. Il duello veniva fermato non appena uno dei duellanti era ferito o non poteva continuare.
Si poteva dunque sfidare a duello chiunque, ma si rischiava la multa. Se una persona veniva uccisa in duello, l’assassino rischiava solo da uno a cinque anni di reclusione.
La legge 205 del 1999 ha abrogato il reato di sfida a duello ritenendolo ovviamente storicamente superato. Ma, c’è sempre un ma: se la sfida a duello non è più un reato dal 1999, ne consegue che chiunque, ma proprio chiunque, può sfidare a duello chi vuole, e se lo vuole, e non rischia assolutamente nulla. Se derivano lesioni o la morte di uno dei contendenti, però, chi commette il fatto risponde di lesioni e di omicidio, con pene ben più gravi di quelle previste fino al 1999.

Carlo Crapanzano

Foto: Una scena tratta dal film "I duellanti" di Ridley Scott (1977)

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