DOMODOSSOLA- 16-04-2023-- La montagna di Domo e Villa per eccellenza, il Moncucco, offre un'incredibile quantità di itinerari, da quota 250 a quota 1900, d'estate e d'inverno. La maggior parte dei sentieri è molto ben segnata. Con un po' d'inventiva si possono progettare gite brevi, lunghe e massacranti, a cavallo fra Ossola, Antrona e Bognanco. Quella descritta rientra nelle gite lunghe, ma non faticose.
GITA N. 15
LUSENTINO - SOGNO
GENNAIO 2013
Dislivello totale: 1000 m. Tempo totale: 6 h
Nel gennaio 2013 ci sognavamo già la neve, come negli ultimi anni, ed il richiamo di ciaspole e sci era meno sentito. In una splendida giornata si progettò un giro tortuoso ma affascinante, ai piedi del Moncucco.
Si voleva anche consentire agli amici verbanesi, abituati al loro bel lago, di osservare dall'alto, per ore ed ore, la splendida Valdossola con le sue metropoli, i capannoni industriali quasi deserti, la cappa di smog sul fondovalle nelle giornate di alta pressione, ma pure le stupende montagne che la circondano. Passo, per comodità, al presente.
Otto umani e due animali imboccano a Prata, frazione alta di Vagna a quota 600 circa, la pista trattorabile, più in alto sentiero, che, in poco più di un'ora, passando dall'alpe Ciupata (889), li conduce all'Alpe Lusentino (1050). Fin qui siamo in ombra e fa freddo, ma c'è poca neve, tranne che sulle piste di sci perfettamente battute, come sempre.
Caffè al rifugio e, finalmente al sole, scendiamo verso Anzuno. Passando dal parcheggio basso e dal ripetitore, attraversiamo due volte la strada e lasciamo alla nostra sinistra il sentiero per Vallesone. Di qui la mulattiera è sempre evidente, ma con meno indicazioni.
Siamo in fase creativa e, attraversata per l'ultima volta la strada che sale da Domodossola, proseguiamo verso il basso su tracce abbastanza evidenti fino ad arrivare in prossimità di Anzuno (550), che lasciamo alla nostra sinistra. Siamo tornati nel mondo conosciuto, sul bel sentiero verso Tappia. I saliscendi da qui a Sogno e nel ritorno portano il dislivello totale della gita odierna a quasi mille metri, senza quasi accorgercene.
Una veloce visita ai Mulini, in prossimità del rio d'Anzuno, ed eccoci a Tappia (637). Camminiamo da poco più di due ore e ci meritiamo la colazione. Diretti adesso verso sud, passiamo da Maianco Inferiore (738) e di qui scendiamo ad attraversare il rio della Val Stramba, che ho sentito anche chiamare Rio dell'Inferno.
Siamo ancora in ombra e stiamo molto attenti al subdolo ghiaccio sui sassi umidi e sotto le foglie. Vogliamo che il nostro osso sacro rimanga tale. Dal rio risaliamo a Sogno, lo splendido paesino che sovrasta Villadossola (700). Da Tappia quasi un'ora. Due amici sono già qui, arrivati direttamente da Prata per evitare la “Cima Coppi” del Lusentino.
Ci fa una bella sorpresa un amico di Villadossola, che, sebbene sia uno dei rarissimi lavoratori del gruppo, trova il tempo di salire a salutarci. Pranzo al sole e ritorno, lungo lo stesso itinerario, fino ad Anzuno. Imbocchiamo ora il sentiero per La Quana e Vallesone, sfiorando la splendida località de La Tensa.
Qui è stato ricostruito con certosina pazienza negli anni scorsi, assumendo la forma di un accogliente agriturismo, un antico nucleo abitativo completamente diroccato, riutilizzando la pietra delle vecchie costruzioni. Giunti a Vallesone (670), seguendo in parte il sentiero sottostante e parallelo ed in parte la strada (da Andosso), raggiungiamo le auto parcheggiate a Prata. L'allegra e multiforme compagnia ci ha fatto dimenticare che stiamo camminando da quasi sei ore. Non sentiamo più il freddo di gennaio.
Gianpaolo Fabbri