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Faust band May2007

21-03-2023 -- Nel 1971 debuttano i Faust con il loro album omonimo, uno dei più grandi capolavori del rock tedesco e del rock in generale. Spacciandosi scherzosamente per i nuovi Beatles, la band di Amburgo riuscì a strappare un contratto con la Polydor, e con il budget piuttosto elevato per una band Krautrock, spiazzarono ogni critico dell'epoca al punto da farsi odiare e essere quasi dimenticati. "Faust" è uno dei dischi più ostici del rock.

 "Why Don't You Eat Carrots" è il primo dei tre pezzi, inizia con il rumore di fondo "cosmico", proprio anche ad altre band tedesche, accompagnato da dei sample di Beatles e Rolling Stones, quasi a volerli far discutere tra loro, avendo i Faust scelto questi due estratti dalle discografie delle due band:
"-I can't get no satisfaction "
"-All you need is love"
Il "Rumore" viene interrotto da una voce allarmante che introduce il pianoforte, il quale ha un che di dadaista, poi inizia il delirio della loro fanfara infernale e quel poco che rimane della "forma canzone" è ovviamente un lontano parente di ciò che potevano essere, ad esempio, i Beatles o i Rolling Stones...Prima di passare al secondo pezzo i Faust tranquillizzano l'ascoltatore con uno spoken word in tedesco di cui purtroppo non riesco a trovare una buona traduzione.

"Meadow Meal" inizia con un cacofonico paesaggio molto influenzato dalla corrente della musica concreta. La chitarra acustica dona ancora più mistero al pezzo indecifrabile, cantato con molta violenza. L'assolo di chitarra è accompagnato da un martellante basso, si chiude il pezzo con dei rumori registrati dalla natura e un organo che ricorda quello della Messa.

Il terzo e ultimo brano, "Miss Fortune", è forse il punto più alto della carriera dei Faust e non solo, riuscendo a rendere quasi "toccabile" la loro musica.

E' difficile parlare di questo brano perché non ha nulla che può farci ricordare di qualcosa che abbiamo già sentito, la ricerca del suono li porta a usare attrezzi che rimangono tuttora un unicum nel rock, tutto è condito poi da dei cori alcolici presi proprio dal Faust di Goethe, il mito diventa realtà nei versi finali accompagnati da chitarra acustica, i quali formano un grande quesito finale per l'ascoltatore. Qui la traduzione:

Dovremmo essere o non essere?
Chiese l’angelo alla regina
Alzo la mia gonna mentre Voltaire parla
Con la sua bocca piena di aglio
Bianco? Si, bianco
Disgrazia di noi due
Lui ti ha detto di essere libero
E tu hai obbedito
Dobbiamo decidere cosa sia più importante
Una guerra invisibile,
O una strada così oscura che ci muoiono bambini?
Un sistema e una teoria,
O il nostro desiderio di essere liberi?
Tutto ciò per organizzare, analizzare e infine realizzare
Che nessuno sa se sia davvero successo.


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