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cota roberto

Quella di Cutro è stata una tragedia rispetto alla quale è divampata una forte polemica capeggiata dalla neosegretaria del Pd. La narrazione è che i migranti sarebbero morti per colpa del governo. Le accuse però non sono molto circostanziate e si confondono con parole in libertà. Ad esempio, si è sentito dire che quello che è successo sarebbe conseguenza della politica del governo di chiusura verso le Ong (ma la rotta seguita dalla nave naufragata non era coperta dalle Ong). Oppure, che il ministro Piantedosi avrebbe fatto delle dichiarazioni improvvide (ma ha semplicemente detto che chi parte in quelle condizioni va incontro a quel tipo di rischio). Infine, hanno criticato la mancata presenza della Meloni a Crotone (ma una tragedia non è una passerella per i politici e verrà organizzato un Cdm a Cutro)). La verità è che la polemica strumentale non è un modo condivisibile di affrontare il problema dell'immigrazione e non è neppure riguardosa nei confronti delle vittime (vale per la destra e per la sinistra). Nessuno avrebbe lasciato morire delle persone in mare, sapendole a rischio. E’ stata una tragedia che sarebbe potuta capitare anche sotto il governo Draghi o Conte, o sotto qualsiasi altro governo e non c'entra niente con la linea politica in tema di flussi migratori.

Detto questo, quello che è successo non deve più succedere e va scoperto cosa non ha funzionato nella catena delle informazioni e dei soccorsi. Il tema del soccorso a chi rischia di morire in mare non è, né di destra, né di sinistra, perché le persone vanno salvate e basta. La questione, peraltro, non è solo italiana, ma chiama in causa il ruolo dell'Agenzia Europea Frontex (che deve fornire le informazioni sulle imbarcazioni che si muovono nel Mediterraneo). Forse per affrontare correttamente l'argomento, sarebbe utile mettere da parte polemiche e contrapposizioni ideologiche.

Buona domenica e buona settimana.

Roberto Cota

 


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