01-03-2023 -- Dopo un debutto scoppiettante che ha segnato la storia del primo punk e un seguito non all'altezza del loro primo lavoro, i Clash si rivoluzionano completamente con "London Calling" (1979), appiattendo apparentemente la loro rabbia e la loro musica, cercando in realtà nuove influenze dal jazz al pop, creando un unicum fino a quel momento nel mondo florido della musica punk.
La title-track, pezzo punk duro e puro dove però si intravedono le nuove tendenze della band, critica l'intero stile di vita occidentale facendo da vero e proprio inno per la loro e le future generazioni. "Jimmy Jazz" come si intuisce dal titolo è fortemente ispirata dal jazz appunto, una novità per la band eseguita nel migliore dei modi, una leggenda urbana tutt'oggi leggendaria.
"Hateful" narra dei problemi della dipendenza da droghe, giustamente demonizzandole, facendone una delle migliori "pubblicità progresso" del rock, soprattutto col suo ritornello schiacciante.
"Rudie Can't Fail" riesce a unire tutte le nuove influenze della band, dal pop al jazz, con un'orecchiabilità da radio ma una potenza ancora punk, più ragionata però. "Spanish Bombs" (il mio pezzo preferito del gruppo se vi interessa) è un altro pezzo all'apparenza docile e tranquillo che però, come gli altri, anticipa la corrente pop-punk che verrà, raccontando della guerra civile spagnola. "Lost In The Supermarket" è quasi un pezzo "esistenziale" dove la prima rabbia punk del loro debutto ormai è un lontano ricordo, lasciando spazio alla vita da "adulti". Il disco poi prosegue forse con meno intensità emotiva ma la stessa ricerca verso qualcosa di nuovo come con "clampdown" o "Guns Of Brixton". Con "Wrong Em Boyo" e "Death Or Glory" si ritorna al jazz e al pop. Avvincente ed eroica, "The Card Cheat" usa senz'altro la loro nuova formula pop-punk, nel migliore dei modi.
I Clash poi sensibilizzano il loro pubblico al sesso protetto con "Lover's Rock", "I'm Not Down" invece è la rivincita personale contro la depressione. L'album si chiude con una canzone d'amore molto dolce e sincera, "Train In Vain".
Dunque, il loro album più famoso capolavoro, non è solo un mero successo commerciale, ma un vero e proprio punto d'inizio per il punk più orecchiabile e fruibile, senza però cadere nella banalità e nella perdita d'espressione.