PIEMONTE - 25-10-2022 -- Con il voto dell’aula di Palazzo Lascaris approvata la legge “Allontanamento Zero” per rivedere il sistema degli affidi dei minori in Piemonte. La legge è stata fortemente voluta dall’assessore regionale alle Politiche famigliari Chiara Caucino che vi ha lavorato tre anni per arrivare a oggi. Il provvedimento parte dal Piemonte con l’ambizione di divenire un modello virtuoso applicabile in tutta Italia.
"Il tutto nasce dall’analisi dei dati ufficiali, presentati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, secondo i quali la media nazionale degli allontanamenti di minori dalle famiglie di origine è del 2,7 per mille mentre quella del Piemonte è del 3,9.
Ciò ha dimostrato fin da subito la necessità di adottare una legge regionale volta a prevenire l’allontanamento dei minori: che non significa escluderlo, ma disporlo solo in caso di necessità effettiva, quando il benessere e la stessa salute del minore sono effettivamente a rischio, come nei casi di violenza e abusi conclamati.
L’obiettivo della legge, quindi, è quello di supportare e sostenere, con tutti gli interventi già previsti dalla normativa statale e regionale, il nucleo familiare di origine del minore, per scongiurare, ove possibile, l’allontanamento del bambino dalla propria casa e favorire il rafforzamento della rete formale e informale a sostegno della famiglia, prevenendo le situazioni di marginalità e isolamento, evitando così traumi inutili e dannosi.
E’ sulla base di queste considerazioni che si ritiene che l’80 per cento degli allontanamenti sia evitabile si possa prevenire, sostenendo le famiglie con un insieme di azioni e interventi precoci e intensivi, anche di natura economica, realizzati attraverso Programmi educativi familiari mirati, a cura dei servizi sociali, socio sanitari e d tutti i soggetti che, a vario titolo, operano per la tutela e la promozione del benessere dei minori e delle famiglie.
Vincolando specificamente circa il 40 per cento delle risorse agli interventi previsti dalla legge in favore delle famiglie si permette di intervenire su un sistema che, ad oggi, destina ogni anno più di 55 milioni di euro principalmente per l’inserimento dei minori in comunità residenziali e comunque per la collocazione fuori dalla famiglia d’origine", si legge nella nota della Regione.
Per l’assessore Caucino «quella di oggi è una data storica. In questi anni, visitando le comunità e le case famiglia mi sono sentita chiedere dai bambini, ai quali parlavo e stringevo le manine, di poter tornare dalla mamma e dal papà, dalla zia o dal nonno e ho assicurato loro che avrei fatto di tutto perché questo si potesse realizzare: oggi mi sento di dire che la promessa è stata mantenuta».
Per Caucino «con questa legge, che sono certa non abbia in realtà un colore politico, ma vada esclusivamente nell’interesse dei minori e che anche chi oggi si oppone apprezzerà vedendola applicata, andiamo a completare efficacemente il quadro legislativo piemontese, introducendo finalmente un preciso dettato legislativo di supporto alle famiglie di origine, rispettando il “diritto naturale” dei minori di poter vivere nel nucleo originario».
Caucino ha poi ricordato il percorso della norma, fatta di anni di confronto con tutti i soggetti in causa: «Una legge che è stata spiegata e condivisa con il maggior numero possibile di soggetti che operano nel sistema dei servizi (Comuni, Province, Città metropolitana, enti gestori dei servizi sociali e sanitari, dipartimenti materno-infantili delle Asl, servizi di psicologia e neuropsichiatria infantile, dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze, autorità giudiziaria minorile, associazioni, cooperative sociali e molti altri soggetti ancora) e non certamente “calata dall’alto”. Abbiamo ascoltato i problemi di tutti, a cominciare proprio dalle famiglie e abbiamo tentato, credo riuscendoci, a individuare la migliore soluzione possibile».
“Oggi ‘Allontanamento Zero’ è finalmente legge - ha esordito il capogruppo della Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni -. Il mio grazie va innanzitutto al nostro assessore alla Famiglia, la leghista Chiara Caucino, per aver portato a casa questo risultato dopo una battaglia durata quasi tre anni e mezzo. Ma c’è una persona che vorrei ricordare oggi, e alla quale idealmente dedicare la data di questa vittoria di civiltà. Il mio pensiero va a Gabriella Carsano di Mirabello Monferrato, provincia di Alessandria, morta lo scorso luglio a 68 anni per un cancro che non le ha lasciato scampo. Forse il suo nome forse non dirà nulla ai più. Probabilmente suonerà più famigliare l’etichetta di “mamma-nonna” che le era stata affibbiata quando a 57 anni diede alla luce la piccola Viola, diventando un caso mediatico. Viola le verrà strappata a neanche due mesi di età, appena 18 giorni dopo che era tornata dall’ospedale. E tutto per una accusa che si rivelerà poi falsa, o comunque penalmente non rilevante: averla lasciata per ben 7 minuti, ripeto 7 minuti, nella macchina davanti a casa, mentre il papà era andato a scaldare il latte per il biberon”.
“All’inizio la potrà vedere solo per un’ora ogni 15 giorni, in un luogo neutro, dove era impensabile creare qualsiasi legame - ha quindi ricordato Preioni -. Poi la Corte d’Appello di Torino e quindi la Corte di Cassazione disporranno la definitiva adottabilità di Viola, dopo un iter durato 7 anni. Il finale è purtroppo questo. Gabriella Carsano è morta, e chissà quanto le sue sofferenze hanno inciso sulla sua salute. Viola oggi ha 12 anni: a lei mi permetto di rivolgere un augurio. Di scoprire un giorno chi era sua madre, di conoscere il suo desiderio d’amore, la sua determinazione a combattere fino all’ultimo per potere riabbracciare la sua creatura. E di ragionare sulle storture di un sistema che le ha impedito di crescere con lei. Quelle stesse storture che ‘Allontanamento Zero’ oggi vuole sanare. Nel nome di Gabriella e di tutte quelle donne piemontesi che, pur lontano dai riflettori, hanno vissuto il suo stesso dolore”.


