VARALLO 21-10-2022 “Sono sdegnato per i risultati del bando per la rigenerazione urbana del
Ministero dell’Interno: un vero e proprio schiaffo ad intere comunità, non un euro è stato destinato al
nord. Le valutazioni sono state effettuate in base a parametri anacronistici: come presidente dell’Unione
Montana Valsesia chiedo una revisione della gestione di questo bando e annuncio che abbiamo affidato
incarico ad un nostro rappresentante legale che sta valutando l’opportunità di adire una class action”:
Francesco Pietrasanta, presidente di UMV è infuriato all’indomani della pubblicazione dei risultati del
bando rivolto a comuni inferiori a 15mila abitanti per il finanziamento di investimenti in progetti di
rigenerazione urbana.
«Intere comunità si sono messe all’opera per individuare progetti importanti – aggiunge l’amministratore
– si sono superate difficoltà di vario genere e si sono coinvolti gli uffici pubblici per la stesura di
programmazioni articolate, che hanno richiesto tempo e molto impegno. Sapevamo che non tutti
sarebbero stati premiati, ma vedere che la scelta appare dettata solo da criteri territoriali risulta
inaccettabile. Non è certamente una questione di nord e sud – sottolinea ancora Pietrasanta – ma di
rispetto per le comunità di questo paese: bandi di questo genere non possono essere strutturati a livello
nazionale e gestiti “navigando a vista”, dando proroghe ad hoc per far rientrare i ritardatari e non
rispettando chi invece ha osservato tempi e parametri indicati. Così non va bene».
Il rammarico di Francesco Pietrasanta fa eco a quello dei tanti sindaci del territorio Valsesiano, dall’Alta
Valle fino al confine con la pianura: pur avendo lavorato con serietà e concretezza, nessuno ha ottenuto
riscontri dal Ministero: «I nostri territori, con particolare riferimento a quelli montani – dice Pietrasanta –
si adoperano nel settore della protezione idrogeologica del territorio; grazie ai nostri boschi siamo dei veri
e propri baluardi a tutela dell’ambiente per l’assorbimento dell’anidride carbonica prodotta dalle città e,
non ultimo, siamo i custodi della biodiversità e delle tradizioni autentiche. Se il Governo centrale non
rispetta tutto ciò e non lo valorizza, mette a rischio il futuro dell’intero Paese».


