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05-08-2022 -- Molti non erano nati, altri a stento ricordano, altri ancora lo ricordano benissimo.
Era l’autunno del 1973. Il prezzo del petrolio era schizzato da 4 a 12 dollari al barile. L’Italia e molti Paesi occidentali emisero una serie di provvedimenti che vanno sotto il nome di austerity.
Sono passati 49 anni eppure, forse, torneremo a quelle condizioni. Ricordiamo brevemente come andò.
La guerra arabo-israeliana costrinse a chiudere il Canale di Suez. Le navi petrolifere quindi dovevano circumnavigare l’Africa per approdare in Europa e il prezzo del petrolio aumentò vertiginosamente.
Europa e Usa erano alleati di Israele e quindi i Paesi arabi produttori di petrolio attuarono un embargo che aggravò la situazione. Bisognava porre rimedio.
Il Governo italiano, in una riunione storica del 22 novembre 1973 protrattasi fino a notte fonda, diede forma legale alla restrizione: il divieto di circolazione dei veicoli nei giorni festivi con il Decreto-Legge 741/1973, convertito nella Legge 842/1973 (poi abrogata dal Decreto Legislativo 285/1992 che è il Codice della Strada).
Non si potevano accendere le insegne luminose di grande dimensione, fu ridotta la pubblica illuminazione del 40%, bar e ristoranti dovevano chiudere entro mezzanotte e i cinema entro le ore 22, le trasmissioni Rai si interrompevano alle 22.45 e il telegiornale fu anticipato dall’orario consueto delle 20.30 alle ore 20.00 (il TG1 tuttora mantiene questo inizio).
Solo i mezzi di soccorso e le auto dei sacerdoti erano esentate dal divieto di circolazione, ma non quelle istituzionali e persino del Presidente della Repubblica. Curioso l’episodio che vide il Presidente della Repubblica in quel periodo usare una carrozza con cavalli per recarsi ad una cerimonia pubblica.
Chi violava l’obbligo, rischiava una multa di ben un milione di lire e il sequestro del veicolo.
Verso la primavera del ’74 l’obbligo fu ridimensionato con possibilità di circolazione di domenica a targhe alterne e nel giugno ’74 l’obbligo venne meno.
L’aumento esponenziale, oggi, del gas e del’energia elettrica paventa per alcuni un ritorno al ’73.
C’è solo da chiedersi come, a distanza di 50 anni, un Paese come l’Italia, tra le sette grandi nazioni del mondo, non abbia imparato nulla da quando dovette spegnere la luce…


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