19-07-2022 - Cosa potrà accadere al governo guidato da Mario Draghi a partire da domani? Cosa prevede la legge? L'avvocato Carlo Crapanzano risponde
Domani Mario Draghi si presenterà alle camere per comunicazioni. In cosa consistono?
Draghi, dopo la mancata partecipazione al voto dei pentastellati sul decreto-legge ‘aiuti’, si è recato da Mattarella per dimettersi. Come sappiamo, il Presidente della Repubblica ha respinto le dimissioni e lo ha rinviato alle camere. Dal punto di vista formale, il governo non ha subìto alcun voto di sfiducia ed è nel pieno delle sue funzioni, ma Mattarella lo ha rinviato alle camere sia per dare qualche giorno ai partiti per valutare l’ipotesi di una tenuta del governo, sia perché, proprio perché non vi è stato alcun voto di sfiducia, deve essere il Parlamento a fare venir meno eventualmente l’appoggio al governo. Per rispondere alla sua domanda diretta, domani Draghi dovrà solo ‘spiegare’ alle camere le ragioni delle sue dimissioni, che sono essenzialmente politiche.
Vi sarà un voto in aula?
Possono accadere cose diverse. Proviamo a sintetizzare. Dopo che Draghi spiegherà le ragioni delle dimissioni al Senato (perché è lì che è nata la crisi) potrebbe semplicemente alzarsi e recarsi da Mattarella a dimettersi. In questo caso non si svolgerà alcun dibattito in aula e si aprirà formalmente la crisi di governo. Oppure Draghi, dopo il suo discorso, potrebbe restare in aula e ascoltare il dibattito. In questo caso potrebbe ugualmente non aspettare alcun voto e recarsi a dimettersi oppure aspettare il voto dell’aula. E’ chiaro che non si voterà su nessuna mozione di sfiducia, che non esiste. Si voterà su una risoluzione di maggioranza, di poche righe, nella quale il Senato esprimerà voto favorevole o contrario. Se il voto di maggioranza è favorevole, Draghi si recherà alla Camera per ripetere essenzialmente quanto fatto al Senato. Se il voto sarà contrario, si recherà da Mattarella a dimettersi. Anche il voto alla Camera, nel caso, dovrà essere favorevole, altrimenti scattano le dimissioni.
Se Draghi si dimette cosa può fare Mattarella?
Ovviamente non conosco le valutazioni politiche di Mattarella in caso di dimissioni di Draghi, ma dal punto di vista costituzionale possono accadere varie cose. Se vi è formalmente la possibilità che un qualunque governo possa avere la maggioranza in Parlamento, Mattarella ha il dovere costituzionale di facilitare la nascita del governo. Se non intravvede tale possibilità, dovrà procedere allo scioglimento delle camere e indire le elezioni.
Cosa accade se Mattarella scioglie le camere?
Nel caso di scioglimento delle camere, il Presidente della Repubblica invita il governo uscente a restare in carica per il disbrigo degli affari correnti fino all’insediamento del nuovo Parlamento e del nuovo governo. E’ chiaro che in questo caso il governo non ha pieni poteri, anche se sono convinto che dal punto di vista costituzionale, nel caso di necessità e urgenza, possa ugualmente emettere decreti-legge che il Parlamento, appositamente convocato anche se sciolto, dovrà riunirsi per la conversione in legge.
Cosa accadrebbe per il bilancio dello Stato e il PNRR?
Il bilancio dello Stato è il documento legislativo ed economico più importante che approva il Parlamento. Nel caso di mancata approvazione, nascerebbe un enorme problema di gestione finanziaria e si andrebbe in esercizio provvisorio per quattro mesi. Per il PNRR il problema sarebbe ancora maggiore perché abbiamo delle scadenze precise da rispettare con l’Europa e con un governo non nel pieno delle sue funzioni rischieremmo di perdere consistenti somme.
Una curiosità: il vitalizio dei parlamentari è già maturato?
Il vitalizio dei parlamentari scatta dopo quattro anni, sei mesi e un giorno di legislatura. Tale data è il 24 settembre 2022. Se le camere venissero sciolte adesso, il vitalizio è salvo perché tra i tempi di convocazione delle elezioni e il voto, si andrebbe a dopo il 24 settembre. E poi ricordiamoci che il potere delle camere è prorogato di diritto fino all’insediamento di quelle nuove. Quindi il vitalizio ormai è salvo.
Secondo lei cosa può accadere da domani?
Dal punto di vista costituzionale e della prassi istituzionale abbiamo provato a spiegare cosa potrebbe accadere. Dal punto di vista politico sono convinto che se Draghi volesse, potrebbe formare un governo anche senza i pentastellati, o almeno parte di essi visto che molti hanno già aderito al partito di Di Maio e molti altri non hanno condiviso la linea ufficiale del Movimento. Ma il problema politico a monte è più delicato. La mancanza del Movimento Cinque Stelle al governo, farebbe pendere la bilancia della forza parlamentare in favore del centro-destra che ha più parlamentari del centro-sinistra. Significherebbe che sarebbe, di fatto, un governo a maggioranza di centro-destra e verrebbe meno per Draghi quella ragione di unità nazionale che più o meno rappresenta l’attuale governo. Non credo accetterebbe. Potrebbe nascere un governo senza i pentastellati, ma con un premier diverso da Draghi, magari con una figura istituzionale che traghetti il Parlamento alle elezioni naturali della primavera del 2023 e adempia alle operazioni di bilancio e PNRR. Ma ho forti dubbi che dopo Draghi ci possa essere un diverso governo. Anzi, proprio per la scadenza del bilancio e degli obblighi del PNRR, Mattarella potrebbe immediatamente sciogliere le camere in modo che si voti ai primi di ottobre e garantire così, con le nuove camere, l’approvazione del bilancio entro la fine dell’anno.


