
Tira aria di mobilitazione generale per scongiurare il voto in autunno. Lo schema è lo stesso utilizzato per portare a casa la riconferma di Mattarella. Si evocano i mercati, la stabilità, scendono in campo le organizzazioni di categoria, i giornali, etc... Come se elezioni non fossero uno sbocco naturale in caso di instabilità politica. Come se per una democrazia fosse normale avere un governo composto da forze politiche che la pensano in modo diametralmente opposto. Questo, con tutto il rispetto per la persona e le capacità di Draghi.
Ad ogni modo, è ovvio che in un sistema dove dal 2011 non c’ è un premier scelto dai cittadini , la politica sia ormai in una fase di cronica debolezza. In questo contesto, abbiamo comunque un punto fermo: massimo nel 2023 si andrà a votare perché questa è la scadenza naturale della legislatura. Il voto sarà la cartina di tornasole per verificare lo stato di salute della politica e del sistema in generale. Si potrà finalmente avere un premier espressione del voto popolare o si ricorrerà ancora all'esterno?
Buona domenica e buona settimana.
Roberto Cota


