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cota roberto

La mini-riforma della giustizia approvata in Consiglio dei Ministri modifica il meccanismo di nomina dei consiglieri togati del Csm. La proposta, da sottoporre al Parlamento, è stata venduta come il rimedio al correntismo che politicizza la Magistratura. Innanzitutto, la bozza di riforma prevede un aumento del numero dei consiglieri (i togati passerebbero dai 16 attuali a 20); non esattamente in linea con l'idea di superare il concetto che il Csm sia un vero e proprio “parlamentino”. Il testo, inoltre, prevede il superamento del sistema di elezione dei candidati in una lista ed il passaggio ad un meccanismo di voto misto proporzionale/maggioritario con collegi binominali. Le candidature sarebbero presentate individualmente e non inserite in una lista. Questa proposta è uno “specchietto per le allodole” e non servirà a nulla. Lungi dallo sradicare il correntismo, paradossalmente, ne aumenterà il potere. Già, perché i candidati da mettere nei collegi verranno scelti dalle correnti esattamente come i candidati alle elezioni vengono scelti dai partiti. In più, le correnti daranno vita ad un meccanismo di desistenze tale da presentare nei vari collegi i candidati secondo una logica spartitoria. In buona sostanza, non cambierà nulla. L’ unico modo per superare la logica del correntismo è quello di scegliere i componenti togati del CSM attraverso il sorteggio.

Buona domenica e buona settimana.

Roberto Cota

 


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