
BOLOGNA- 30-01-2022-- Le migliori performance negli studi delle laureate non arginano il divario a favore degli uomini su esiti occupazionali e retribuzione. Il Rapporto di AlmaLaurea, consorzio interuniversitario, dal titolo “Laureate e laureati: scelte, esperienze e realizzazioni professionali” è stato realizzato attingendo alle indagini che ogni anno forniscono dati sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati: per le indagini più recenti, 291.000 laureati del 2020, e 655.000 laureati del 2019, 2017 e 2015, intervistati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo. Dall’osservatorio di AlmaLaurea emerge che in Italia nel 2020 le donne costituiscono quasi il 60% dei laureati, con performance pre-universitarie e accademiche migliori di quelle dei colleghi uomini. Eppure questi ultimi sono più valorizzati sul mercato del lavoro e occupano professioni di più alto livello.
Le donne ambiscono alla stabilità del lavoro, all’utilità sociale e all’indipendenza, mentre gli uomini puntano al guadagno e alla carriera. Con i figli il divario si amplia.
Questo primo rapporto tematico di genere di AlmaLaurea è stato presentato venerdì 28 gennaio nella Sala dell’VIII Centenario Università di Bologna, dal Direttore di AlmaLaurea Marina Timoteo alla presenza del Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa.
Al centro del rapporto tematico di genere vi sono il contesto familiare di provenienza e il percorso di studio pre-universitario, fattori che influenzano le scelte formative. Nel Rapporto si evidenziano le performance delle laureate e dei laureati misurate al termine del percorso di studio e analizzate con riferimento sia alla rapidità nel conseguire il titolo sia alla votazione ottenuta; e ancora, il rapporto esprime in termini statistici gli esiti occupazionali di laureate e di laureati anche alla luce dell’impatto pandemico sull’occupazione. In primo piano le loro aspirazioni lavorative e come tali ambizioni si associano alla successiva realizzazione professionale. Si sottolinea, inoltre, il complesso tema della mobilità territoriale per motivi di studio e di lavoro. Un primo sguardo al 2021 viene, infine, offerto con l’analisi delle richieste di curriculum vitae da parte delle imprese del sistema AlmaLaurea; tali valutazioni restituiscono un’istantanea delle più recenti tendenze del mercato del lavoro.
Nel 2020 le donne costituiscono quasi il 60% dei laureati in Italia. Tuttavia, le donne dimostrano migliori performance pre-universitarie; inoltre, provengono più di frequente da percorsi liceali. Le donne prendono parte più degli uomini alle esperienze di tirocinio curriculare (61,4% rispetto al 52,1%), ma anche alle esperienze di lavoro durante gli studi (66,0% rispetto al 64,0%) e a quelle di studio all’estero. Le performance universitarie sono migliori per le donne: concludono gli studi in corso il 60,2% delle donne, rispetto al 55,7% degli uomini; il voto medio di laurea è, rispettivamente, pari a 103,9 e 102,1/110.
Quanto agli esiti occupazionali sono confermate le note differenze di genere. Il tasso di occupazione registra percentuali a vantaggio degli uomini: tra i laureati di primo livello a cinque anni dal titolo pari all’86,0% per le donne e al 92,4% per gli uomini; tra quelli di secondo livello rispettivamente pari a 85,2% e 91,2%. La pandemia da Covid-19 ha poi tendenzialmente ampliato i differenziali di genere, soprattutto in termini di tasso di occupazione. Inoltre, a cinque anni dal titolo, in presenza di figli il divario di genere si amplifica ulteriormente.
Gli uomini risultano avvantaggiati anche rispetto ad alcune caratteristiche del lavoro svolto: per loro maggiore lavoro autonomo o alle dipendenze con un contratto a tempo indeterminato (64,5% per le donne e 67,4% per gli uomini tra i laureati di primo livello; 52,2% e 59,1% tra quelli di secondo livello); per le donne, invece, più contratti non standard, ossia principalmente alle dipendenze a tempo determinato anche perché occupate, più degli uomini, nel settore pubblico.
Il rapporto ha preso in esame anche le aspettative di laureate e laureati e la successiva realizzazione professionale. Nel 2020 le laureate, che dichiarano un maggiore interesse per la quasi totalità degli aspetti del lavoro ideale, continuano a ricercare, più frequentemente degli uomini, la stabilità del posto di lavoro (+11,0 punti percentuali), l’utilità sociale (+10,4 punti percentuali), la coerenza con gli studi (+9,4 punti percentuali) e l’indipendenza o autonomia nel lavoro (+8,9 punti percentuali). Gli uomini, invece, ricercano maggiormente la possibilità di guadagno e il prestigio ricevuto dal lavoro.
Ultimo aspetto, esplorato nel rapporto da AlmaLaurea, è il fenomeno della migrazione per motivi di studio e di lavoro dei laureati, che riguarda soprattutto chi proviene dal Mezzogiorno.


