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Romagnano ferrovia

ROMAGNANO SESIA- 05-07-2021-- Nelle scorse settimane i cittadini di Romagnano Sesia e Gattinara, esasperati dal continuo rinvio dei lavori di ripristino del ponte stradale, hanno dato vita ad un gruppo Facebook finalizzato a mantenere alta l’attenzione sull’opera, crollata a seguito all’alluvione del fiume Sesia del 2-3 Ottobre 2020.

Associazione “Ferrovia Internazionale Torino-Svizzera”, “Grands Express Européens”, UTP Assoutenti, “Alleanza per la Mobilità Dolce”, Legambiente Piemonte/VdA hanno colto l’occasione per ribadire l’importanza del diritto alla mobilità, sia stradale sia ferroviaria, sottolineando che anche il mancato utilizzo della linea ferroviaria Arona-Santhià, la cui inopportuna sospensione risale al 2012, ha contribuito ad aggravare i disagi subiti dalle popolazioni del territorio, private nello stesso periodo di due collegamenti viari.

“Per questo riteniamo - si legge in una nota stampa diffusa congiuntamente dalle associazioni coinvolte - che sia giunto il momento di intervenire concretamente per porre rimedio a una scelta sbagliata presa nel 2012, che ha messo in crisi il sistema dei trasporti del nord-est del Piemonte, la cui vulnerabilità è stata ben messa in evidenza dai danni provocati dalla piena dello scorso anno. 

Per superare tale criticità è opportuno che vengano al più presto ripristinati tanto il ponte stradale che il collegamento ferroviario, evitando di cadere nel tranello di dividere l’opinione pubblica su due infrastrutture entrambe necessarie per ridare servizi al cittadino e vitalità all’economia del territorio.

Non si deve infatti ritenere che le due scelte siano contrapposte. Sono entrambe necessarie e perciò vanno ripristinate, ciascuna per la sua funzione. Chi si batte per il ponte stradale ha tutte le ragioni, e dovrebbe vedere nella ferrovia un ulteriore strumento di mobilità, specie per le medio-lunghe distanze, e per sottrarre una parte del traffico (merci) dalle strade, già molto intasate. Chi propone la riapertura della ferrovia, ovviamente desidera che venga pure realizzato il ponte stradale: sulla ferrovia circoleranno i treni merci e i treni a lunga distanza; sul ponte stradale le auto per gli spostamenti di vicinato. Non divisioni, dunque, ma unione delle forze.

In un momento in cui si riparla ovunque di sostenibilità, non è possibile lasciare deteriorare una ferrovia internazionale, né si può pensare di realizzare, al posto della ferrovia, una strada, una pista ciclabile o qualche altra “sostenibile idiozia”.    

Il recente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dedica ingenti risorse agli investimenti ferroviari, come strumento privilegiato per la pianificazione della mobilità sostenibile. E in questo caso non si tratta di un pezzo di “via ferrata” qualunque, ma di una maglia della rete fondamentale inserita in percorsi internazionali.

Accettare l'insulto dell'abbandono e dello sproloquio di conversioni in qualcos'altro è inaccettabile.

Pur comprendendo che, al momento, il Fondo Nazionale dei Trasporti destinato al Piemonte renda difficile una riattivazione di tutti i servizi viaggiatori regionali soppressi, è del tutto inaccettabile e colpevole minare una grande prospettiva europea di mobilità, non provvedendo al ripristino e all'adeguamento della tratta Santhià-Arona per lo sfruttamento dei servizi europei (come rete Lunatrain e Grand Express Européens), del servizio turistico (Fondazione FS, agenzie) e dei servizi alla logistica. È ora di iniziare seriamente ad attuare questa riattivazione funzionale, in quanto la tratta ha un respiro che va ben oltre alla dimensione regionale. E di conseguenza deve anche cessare quel “ronzio di fondo” su potenziali usi diverso da quello ferroviario: strada e ferrovia vanno entrambe riattivate, ciascuna per la sua funzione”.

 

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