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VERCELLI 22-05-2021 La crisi economica già imperante e la difficoltà, in particolare nell’ultimo periodo di pandemia, di reperire posti di lavoro, aveva indotto lo Stato ad adottare una significativa misura di supporto prevedendo per i soggetti bisognosi il c.d. “reddito di cittadinanza”. Per garantire equità sociale e rispetto delle fasce realmente deboli, il Comando Provinciale di Vercelli, in sinergia con l’INPS (organo erogatore del reddito e detentore delle richieste presentate), dall’inizio del 2021 ha avviato una serie di controlli, al fine di accertare un’eventuale indebita percezione del reddito di cittadinanza; un’attività di verifica condotta sull’intera provincia, che interessa, nel complesso oltre 3000 posizioni, relative ai richiedenti il beneficio (va tuttavia considerato che l’importo dell’emolumento ed il numero complessivo dei destinatari è tarato su una platea più ampia, in ragione del numero di persone di cui si compone ciascun nucleo familiare).
Una prima trance di accertamenti ha interessato più di 1000 posizioni, con particolare riferimento al requisito della residenza, evidenziando come oltre 100 soggetti (che rappresentano circa il 10% delle posizioni verificate) abbiano percepito indebitamente l’emolumento. Delle varie violazioni commesse, emblematica è quella di un cittadino straniero che è risultato essere giunto in Italia, dal paese d’origine, il giorno antecedente la presentazione della richiesta del beneficio, per ripartire appena ultimata l’istanza.
Per tutti questi soggetti è scattato il deferimento alla Procura della Repubblica di Vercelli per la violazione dell’art. 3 del D.L. 4/2019, che prevede una pena detentiva che varia da 2 a 6 anni di reclusione, per “aver reso o utilizzato documenti o dichiarazioni false o attestanti cose non vere al
fine di procurarsi un illecito profitto ai danni dello Stato Italiano”.
A dispetto della definizione, certamente bonaria, che taluni hanno occasionalmente inteso dare di questo reato, i “furbetti del reddito di cittadinanza” individuati dai Carabinieri di Vercelli, ad oggi, hanno causato allo Stato (ed implicitamente ai soggetti realmente bisognosi che del beneficio hanno una concreta necessità) un danno complessivo di oltre 400.000 euro, somme che l’INPS, bloccata immediatamente l’erogazione dell’emolumento, avrà il compito di recuperare.

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