PIEMONTE- 08-03-2021-- I laboratori del Dipartimento di Scienze del farmaco dell’Università del Piemonte Orientale, fanno un passo avanti verso cure più efficaci contro l’Alzheimer.
I ricercatori stanno, infatti, brevettando una linea cellulare di 'astrociti ippocampali immortalizzati' che attira l'attenzione dell'industria biotecnologica e che potrebbe aprire nuove vie per le terapie anti-Alzheimer.
La malattia di Alzheimer è la più diffusa forma di demenza che colpisce un numero sempre crescente di popolazione anziana. Questa malattia è caratterizzata da una progressiva e inarrestabile perdita di memoria causata dalla degenerazione e morte delle cellule neuronali. I meccanismi patogenetici di questa devastante malattia non sono tuttora compresi, tanto che attualmente non sono ancora disponibili farmaci efficaci per contrastare lo sviluppo della malattia.
Le ricerche degli ultimi decenni si sono concentrate principalmente sui neuroni, mentre evidenze sempre più numerose suggeriscono che le cellule di supporto e di difesa, chiamate collettivamente come cellule gliali, abbiano un ruolo chiave.
Le ricerche condotte dall’unità guidata dal professor Dmitry Lim suggeriscono che siano gli astrociti, mediante la deregolazione dei segnali dello ione calcio, a reagire per primi durante lo sviluppo della malattia e che il loro rimodellamento patologico alteri il supporto omeostatico e predisponga i neuroni alla disfunzione e, infine, alla morte.
Per comprendere al meglio il ruolo degli astrociti, le loro alterazioni molecolari e funzionali, il professor Lim, assieme ai suoi collaboratori, le dottoresse Francesca Rocchio, Laura Tapella e Giulia Dematteis, hanno creato un modello cellulare, unico nel suo genere, quello degli astrociti ippocampali immortalizzati da un modello genetico murino della malattia di Alzheimer.
La natura unica di queste linee cellulari è stata apprezzata da una società canadese, la Applied Biological Materials, famosa nella gestione dei più usati modelli cellulari, che ha chiesto di poter commercializzare e pubblicizzare queste linee per renderle accessibili alla comunità scientifica internazionale con lo scopo di promuovere le ricerche sugli astrociti per contrastare quanto prima il devastante impatto socio-economico della malattia di Alzheimer.