ROMA - 09-01-2021 - Sul deposito dei residui e delle scorie nucleari - di centrali dismesse e di altre lavorazioni, ad esempio ospedaliere - occorre evitare scontri territoriali e tra livelli istituzionali. Dialogo prima di tutto. E' quello che si auspica in un comunicato Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) invitando a un dialogo "tra Enti locali, Regioni, Stato e Associazioni ambientaliste e datoriali. La pubblicazione dei 67 siti dà attuazione al decreto legislativo 31 del 15 marzo 2010 - prosegue la nota - . Il dispositivo ha previsto per un decennio la secretazione della "Carta" e, quindi, nessun formale coinvolgimento delle Regioni o degli Enti Locali preliminare alla pubblicazione della "Carta" stessa dei siti potenzialmente idonei, mentre dispone esplicitamente il coinvolgimento a valle della pubblicazione. Da oggi dunque. La pubblicazione della "Carta" dei siti è quindi l'atto che desecreta e apre il coinvolgimento di Regioni ed Enti Locali: Regioni ed Enti Locali sono stati esclusi, dal 2010 a oggi, da ogni consultazione precedente la pubblicazione della mappa. La pubblicazione della "Carta" dei 67 siti idonei non è la scelta del sito di deposito. Questo sito sarà individuato a esito della consultazione che oggi si apre. Si avvia un'operazione trasparente che consentirà di arrivare a una scelta informata e, il più possibile, tollerata dalle comunità presenti nell'area del sito che verrà prescelto, definendo compensazioni, meccanismi di sviluppo locale, incentivi, in piena trasparenza e dialogo. "Questo processo - afferma Marco Bussone, presidente nazionale - Uncem auspica si possa muovere in un confronto alto ed efficace, guidato dalla Politica e dalle Istituzioni, evitando ogni polemica politica e partitica, lontano da polemiche. Condivido quanto scrive Legambiente: 'L'individuazione delle aree potenzialmente idonee per il deposito dei rifiuti radioattivi è una notizia attesa da tempo. Dobbiamo garantire una sistemazione definitiva alle scorie di bassa e media attività presenti sul territorio italiano e che continuiamo a produrre, per esempio dall'attività medica. Attualmente questa tipologia di scarti viene stoccata in una ventina di siti provvisori che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo. Non è semplice, ma è urgente trovare una soluzione. E va trovata attraverso un percorso partecipato che coinvolga i territori'".