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La Comunità di Sant’Egidio promuove la preghiera “Morire di speranza”
VERCELLI 27-06-2024 Martedì 2 luglio alle 20.45 , nella chiesa di San Lorenzo (corso Libertà 186) a Vercelli, la Comunità di Sant’Egidio promuove la preghiera “Morire di speranza”, in memoria di quanti hanno perso la vita nei viaggi verso l’Europa . L’incontro di preghiera sarà presieduto da mons.
Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli ; saranno presenti rappresentanti di diverse associazioni e
cittadini che si occupano dei migranti , insieme ai migranti stessi che, da poco o molto tempo,
vivono in città. Nel corso della preghiera saranno pronunciati ad alta voce alcuni nomi di chi è
morto così tragicamente nell’ultimo anno, accompagnati dall’accensione di candele in loro
memoria, da riflessioni e da canti.
In un anno, da giugno 2023 ad oggi, circa 2500 migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo e
lungo le vie di terra, cercando di raggiungere l’Europa alla ricerca di un futuro migliore: nei giorni
scorsi decine di profughi, fra cui molti bambini, sono annegati al largo di Roccella Jonica e di
Lampedusa.
Si continua dunque a “morire di speranza”: il diritto d'asilo, In Europa e in Italia, continua a
navigare insicuro sulle navi dei trafficanti, anziché essere tutelato da un'operazione europea di
soccorso in mare e dalla gestione intelligente di un fenomeno che non accenna a diminuire, le cui
proporzioni richiederebbero lungimiranza, determinazione e un sussulto di umanità.
In tutto il mondo le stime indicano che 8.565 persone sono morte nei viaggi della speranza
nell’ultimo anno. È il dato più alto in assoluto dal 2016, senza contare tutti coloro che non
compaiono nelle statistiche ufficiali . Fuggivano dall’inferno, e la vita è diventata per loro un
inferno
Oggi il rifugiato è invisibile. Muore tutti i giorni nei Mediterranei del mondo ma non ha voce, non
ha volto. I rifugiati del nostro tempo sono svuotati di una storia, di una memoria e di una
cittadinanza. La preghiera “Morire di speranza” viene promossa ogni anno da Sant’Egidio in molte
città d’Europa per contrastare tutto questo: è prima di tutto un doveroso atto di memoria, un
richiamo alla coscienza di tutti, perché non ci abituiamo a morti così assurde. Continuiamo a
sperare che i governi si impegnino con maggiore senso di responsabilità a salvare, accogliere e
integrare chi fugge dalle guerre e dalla miseria, ampliando finalmente i “corridoi umanitari” e
permettendo a tanti migranti di entrare nei nostri paesi attraverso canali regolari.
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